Sostenibile finanziando testate nucleari? Il caso di Santander

Malgrado le parole, Santander finanzia attività molto poco sostenibili. Ecco perché dobbiamo chiedere alle banche come usano i nostri soldi

Santander è una delle banche che si professa sostenibile ma che continua ad adottare pratiche controverse © icenando/iStockPhoto

Il settore bancario non è alieno al greenwashing. La pubblicità, la partecipazione a eventi di vario tipo e il patrocinio a iniziative sociali e culturali da parte degli istituti finanziari può veicolare messaggi sbagliati ai cittadini e alle cittadine.

Negli ultimi anni è aumenta la consapevolezza sui temi ambientali e di giustizia sociale. E ciò ha favorito lo sviluppo della responsabilità sociale d’impresa. Tuttavia il settore finanziario non ha ricevuto abbastanza critiche dai cittadini. Al di là di quelle sugli interessi addebitati, sulla mancanza di sportelli bancomat o sulle commissioni per i servizi. La difficoltà di accesso a informazioni verificate o la mancanza di queste fa sì che i cittadini non si chiedano cosa fanno le banche coi loro soldi. Ma se analizziamo alcune pratiche ci accorgiamo che non tutto ciò che luccica è davvero “verde” o sostenibile.

Banco de Santander, un caso da manuale

Di ritorno da una visita in Groenlandia, nel 2019, Ana Botín, presidente del Banco de Santander, veniva invitata ad un noto programma televisivo spagnolo. In quell’occasione pubblicò questo tweet: «È scioccante vedere di persona gli effetti del riscaldamento globale. Spero che serva a sensibilizzare tutti sul fatto che agire è una priorità e un’urgenza». Nello stesso anno Banco de Santander risultava essere la banca più sostenibile al mondo. A dirlo era il Dow Jones Sustainability Index (DJSI), il principale riferimento internazionale sulla sostenibilità delle imprese.

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La sede centrale del Banco Santander in Spagna © Pedro Mondejar/Wikimedia Commons

Mentre venivano rilasciate queste dichiarazioni e veniva pubblicato il riconoscimento, l’istituto finanziario aumentava i suoi investimenti nei combustibili fossili. Nello specifico, secondo l’ultimo rapporto “Banking on Climate Chaos”, nel periodo 2016-2020 la banca ha aumentato gli investimenti in questo settore del 102%. Arrivando a investire 34,03 miliardi di dollari nei 5 anni considerati. Insieme a BNP Paribas è la banca europea che ha aumentato maggiormente, in termini percentuali, i suoi finanziamenti tra il 2018 e il 2019.

La sostenibilità di Banco Santander non è confermata dai fatti

Il quarto Rapporto sulla finanza etica e sostenibile in Europa, pubblicato nel 2021, analizzava diverse società di gestione del risparmio. Tra di esse una legata proprio a Banco de Santander. Il rapporto voleva analizzare la sostenibilità di alcuni fondi commercializzati secondo i nuovi standard ambientali, sociali e di governance della Ue. Ciò al fine di evidenziare come le normative europee siano permissive in materia di definizione di “investimento sostenibile”.

Il rapporto semestrale del fondo Santander Go Global Equity ESG, della Sicav lussemburghese del gruppo, mostra come – pur essendo un fondo esplicitamente orientato a criteri ESG – investa anche in una serie di aziende petrolifere. Sicuramente la scelta è coerente le politiche di investimento del fondo, ma poco compatibile con un prodotto di investimento che vuole dirsi “sostenibile”. Parliamo di colossi delle fossili Petrobras (Brasile), Total (Francia), Shell (Olanda e Regno Unito) e BP (Regno Unito).

Non solo fossili: dalle testate nucleari alla guerra nello Yemen

Ma la partecipazione di Banco de Santander in attività lontane dalla sostenibilità, intesa nel suo insieme, va oltre gli investimenti nel settore dei combustibili fossili e nell’industria petrolifera. Come sottolinea l’ultimo rapporto dell’organizzazione olandese PAX, all’interno della campagna ICAN (International Campaign to Abolish Nuclear Weapons), pubblicato a fine 2021, le armi nucleari sono vietate dopo l’entrata in vigore lo scorso anno del Trattato dell’Onu sulla proibizione delle armi nucleari.

Nonostante ciò, 25 aziende continuano a essere coinvolte nella produzione e nello sviluppo di tali armi. Questa aziende possono contare sull’appoggio di 160 banche in tutto il mondo che prestano loro denaro. Tra esse anche Banco de Santander che, secondo il rapporto, è tra le dieci banche europee che ha sostenuto maggiormente queste aziende con un investimento di 6,32 miliardi di dollari.

Allo stesso modo, un rapporto del Centre Delàs, intitolato “Finanziamento delle armi della guerra in Yemen“, indica che BBVA e Banco de Santander sono le banche spagnole che hanno destinato i maggiori finanziamenti alle aziende di forniture delle armi dei principali eserciti coinvolti nella guerra nello Yemen, con 5,23 miliardi di dollari nel periodo 2015-2019.

Banche e paradisi fiscali

Oltre a tutti i dati forniti, è utile fornire un altro esempio. Uno studio pubblicato nel 2021 dall’Eu Tax Observatory, ente di ricerca in materia fiscale annesso alla Paris School of Economics, porta alla luce le attività delle banche europee nei paradisi fiscali nel periodo 2014-2020. Secondo la ricerca, le 36 maggiori banche europee hanno avuto una presenza costante significativa e un uso stabile dei paradisi fiscali.

Tra gli istituti finanziari spagnoli inclusi nello studio, Banco de Santander e BBVA hanno registrato una crescita degli utili realizzati nelle giurisdizioni “tenere” dal punto di vista della tassazione. Fino a raggiungere rispettivamente l’1,3% e l’1,9%.

Serve maggiore consapevolezza da parte della cittadinanza

L’attuale normativa, insomma, non impedisce agli intermediari finanziari di definirsi sostenibili pur continuando a utilizzare senza scrupoli strumenti speculativi, paradisi fiscali e investimenti che poco hanno a che fare con gli obiettivi delle numerose alleanze di cui fanno parte. Come nel caso della Net-Zero Banking Alliance, della quale Banco de Santander è membro fondatore.

Per questo è necessario, insieme a una maggiore regolamentazione per l’utilizzo dell’etichetta “sostenibile”, rafforzare la consapevolezza da parte dei cittadini dell’uso che gli istituti finanziari fanno del loro denaro. Altrimenti si può arrivare al paradosso di essere attivi in movimenti sociali contrari a ciò a cui la propria banca sta partecipando. E tu, sai cosa fa la banca con i tuoi soldi?