È il momento per costruire un futuro sostenibile: la ripresa deve essere anche green
Gli esperti della Commissione europea per la finanza sostenibile lanciano un monito ai governi: «Considerate anche l'ambiente per orientare i fondi per la ripresa»
«L’opportunità per una ripresa economica resiliente, sostenibile e giusta è proprio davanti a noi. Incoraggiamo tutti i governi, le istituzioni pubbliche e il settore privato ad usare gli strumenti giusti per lo scopo. E a cogliere questa opportunità». È l’appello lanciato oggi dal Gruppo tecnico di esperti dell’Unione europea sulla finanza sostenibile (Technical Expert Group on Sustainable Finance – TEG), costituito dalla Commissione Ue nel giugno 2018 per definire le regole per investire in un’economia green.
Da quasi due anni sono al lavoro per stabilire quali attività economiche possano essere considerate sostenibili, come indirizzare capitali privati, oltre a quelli pubblici, verso un’economia green. Ora che l’Europa e i singoli governi stanno stanziando miliardi per la ripresa economica dalla crisi scatenata dal coronavirus, si rivolgono direttamente ai governi dell’Ue e, in sintesi, chiedono: utilizzate anche criteri ambientali per indirizzare i fondi stanziati per la ripresa.
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La crisi sanitaria in atto e la conseguente paralisi economica non hanno fermato i lavori in corso a Bruxelles attorno alle regole per una finanza sostenibile. Dopo l’accordo tra commissione, Consiglio e Parlamento Ue raggiunto lo scorso dicembre e dopo la pubblicazione del report finale del Teg (il 9 marzo), il 16 aprile il Consiglio dell’Unione europea ha approvato il regolamento per classificare le attività economiche sostenibili. Perché il regolamento diventi ufficiale manca ora il via libera del Parlamento in seconda lettura.
«Si tratta di un lavoro importante – afferma Anna Fasano, presidente di Banca Etica – avere un vocabolario comune all’interno dell’Unione europea è un passo verso il riconoscimento di un tipo di finanza e di sostenibilità che non mira alla mera speculazione, ma a sostenere l’economia reale, a disinvestire dalle imprese coinvolte nella produzione di armi e nei combustibili fossili e sostenere invece imprese attente all’ambiente, ai diritti di chi lavora e delle comunità locali».
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Ripresa sì, ma che non supporti attività ambientalmente dannose
Proprio a questo scopo arriva oggi il monito degli esperti della Commissione europea: «Viviamo una crisi senza precedenti – scrivono in un comunicato – Mentre si preparano i piani per la ripresa economica dalla crisi della pandemia da Covid19, i governi e il settore privato devono prestare attenzione ai dettagli, a cosa in pratica deve somigliare a una ripresa resiliente, sostenibile e giusta, per assicurare una maggior resilienza ad ulteriori future crisi ambientali e sociali».
«I membri del Consiglio Europeo hanno identificato il ruolo centrale del Green Deal nella propria Roadmap for Recovery dalla pandemia da Covid19 – spiegano ancora i membri del Tag – Il Green Deal, comprende il raggiungimento della neutralità climatica al 2050 e altri obiettivi climatici per il 2030 in corso di definizione. Questi obiettivi ambientali devono essere usati per calibrare le risposte per la ripresa».
«I piani di ripresa non dovrebbero supportare attività ambientalmente o socialmente dannose, che peggiorerebbero le crisi attuali e future, bloccandoci in infrastrutture altamente inquinanti o promuovendo quelle attività che non contribuiscono al benessere sociale per i prossimi decenni».
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Gli strumenti per guidare una ripresa sostenibile
«Adesso che devono essere prese le decisioni relative alle politiche di ripresa – chiedono gli esperti Ue – consideriamo essenziale che siano utilizzati gli strumenti idonei allo scopo».
E quali sono questi «strumenti» a cui fanno riferimento? La Tassonomia sostenibile, lo standard per i Green Bond e i Benchmark Paris Aligned e Climate Transition. Insomma i capitoli a cui il gruppo di esperti è stato incaricato di lavorare da quasi un anno dalla Commissione europea per trovare il modo per finanziare la transizione a un’economia sostenibile.
Il TEG ha sviluppato tre strumenti che possono immediatamente guidare i piani sia dei governi sia del privato:
- la Tassonomia sostenibile fornisce un quadro di riferimento per le prossime misure di ripresa. Essa presenta le prestazioni ambientali e gli standard minimi sociali che sono necessari alle attività economiche per raggiungere in nostri obiettivi climatici e ambientali, compresi la neutralità climatica al 2050 e gli ambiziosi obiettivi al 2030. La Tassonomia è particolarmente rilevante per i nuovi investimenti che sono necessari per la transizione della nostra economia, mostrando come e dove tagliare le emissioni di gas serra, costruire una resilienza agli effetti del clima, ottimizzare le filiere produttive verso la sostenibilità e stimolare la creazione di posti di lavoro.
- lo Standard per i Green Bond presenta un modello di migliore pratica e fornisce a tutti gli emettitori gli elementi che possono essere applicati per spiegare come il loro finanziamento contribuisce alla più ampia strategia di sostenibilità e agli impatti ambientali e sociali derivanti. Il quadro di riferimento dello standard può anche essere applicato per aumentare la trasparenza riguardo agli impatti sociali e ai risultati finanziari.
- i due Benchmark “Paris Aligned” e “Climate Transition” sono strumenti per supportare lo stanziamento di grandi quantità di capitali privati verso la transizione climatica. Lo realizzano allineando la scelta del portafoglio degli investitori con gli obiettivi di cambiamento climatico, in particolare con la traiettoria 1,5 °C dell’IPCC.
Questi strumenti per una finanza sostenibile, scrivono gli esperti del Teg «possono guidare i programmi pubblici e privati per la ripresa dalla pandemia da Covid19, compreso la Roadmap to Recovery recentemente annunciata dal Consiglio Europeo».