Il protagonismo delle donne per una nuova governance

Un nuovo protagonismo femminile può essere la chiave per umanizzare la finanza. L'editoriale di Anna Fasano, presidente di Banca Etica

Anna Fasano, presidente di Banca Etica
governance femminile © Pattanaphong Khuankaew/iStockPhoto
Anna Fasano, presidente di Banca Etica
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La finanza – come tanti altri settori dell’economia e della società – oggi ha bisogno della visione delle donne e delle loro competenze. Ciò per valorizzare la capacità di costruire non solo per sé stesse, ma per la comunità in cui viviamo e lavoriamo. Di tessere relazioni e di abitare gli spazi per tutte le persone.

Sradicare il dominio tradizionalmente maschile della finanza non serve solo per una giusta e doverosa parità di genere. Serve soprattutto per l’urgenza di avvalersi dell’apporto di un altro punto di vista. Ora che le donne si stanno mettendo in gioco, anche nell’ambito della finanza, la sfida è quella di non ripercorrere le strette strade già calcate da modelli interamente pensati sul genere maschile. Ma provare a costruire, insieme anche agli uomini, un modello diverso.

Pluralità e diversità sono un valore aggiunto

Ci sono molti studi che dimostrano che la pluralità, la diversità rappresentino un valore aggiuntivo per il management e per la governance. Dove sono presenti figure femminili in organi apicali – non in modalità residuale – ci sono minori profili di rischio in rapporto al rendimento. C’è maggiore redditività e la possibilità di costruire piani – a medio-lungo termine – che guardano al benessere complessivo delle comunità e dell’ambiente.

Abbandonando la logica del breve termine che appartiene ai modelli che finora hanno guidato economia e finanza. E che hanno condotto all’eccessivo sfruttamento del Pianeta e alla precarizzazione del lavoro, per inseguire sempre il massimo rendimento nel minor tempo possibile.

I passi avanti nel settore finanziario e l’esperienza di Banca Etica

Sono stati fatti passi avanti, in tanti settori, anche in quello finanziario, in particolar modo per ciò che riguarda i luoghi di governo. Grazie anche alle legge Golfo-Mosca nelle società quotate esiste l’obbligo di una presenza femminile di almeno un terzo all’interno dei consigli di amministrazione. Il difficile passo successivo sarà quello di rendere “inutile”, “obsoleta” questa legge, perché ormai introiettata non solo dalle grandi società, ma anche da quelle di taglio più piccolo.

Banca Etica, per esempio, che è una banca cooperativa non quotata in Borsa e dunque esente dall’obbligo di legge, ha previsto da statuto la presenza di almeno un terzo di donne in CdA. La nostra banca, infatti, è stata la prima ad avere un consiglio di amministrazione a prevalenza femminile. Ha una presidente donna e ha un comitato etico a maggioranza femminile.

La sfida riguarda anche i ruoli dirigenziali

Oltre alla composizione dei CdA, oggi la sfida riguarda i ruoli dirigenziali. Nel mondo finanziario la presenza di manager uomini è preponderante e il divario retributivo di genere è ancora decisamente presente.

Grazie a un sempre maggiore equilibrio di genere vogliamo umanizzare la finanza, avvicinarla di nuovo ai bisogni veri delle persone e delle comunità. Il credito è uno strumento potente di inclusione sociale e finanziaria, di sviluppo per i progetti delle persone e delle imprese. La finanza etica crede che il ruolo degli intermediari finanziari sia quello di sostenere l’economia sana promuovendo progetti che, nella loro eterogeneità, tengano connessi tre elementi: ambiente, sociale e governance. Tutto questo non si può fare senza una sempre maggiore inclusione delle donne, nelle professioni della finanza e nell’accesso ai servizi finanziari.

Occorre ripensare alla governance

È necessario pensare a una governance (non solo governo) dei processi, dei luoghi, delle organizzazioni ed è indispensabile farlo fuori dagli schemi del potere, ma all’interno di uno stile di leadership rinnovata.

Qualche mese fa, presentando il progetto di Banca Etica “Donne e finanza da urlo”, mi hanno chiesto se ho una ricetta da proporre, un consiglio da dare soprattutto alle giovani donne che stanno intraprendendo una carriera nel mondo della finanza. Non ho una ricetta già pronta, però penso che esistano degli ingredienti indispensabili: passione per i propri sogni, abbinata alla tenacia e alla creatività. Questi ingredienti li condisco con competenza – studiamo, impariamo, maturiamo, facciamo esperienze – e capacità di fare gioco di squadra.