L’attenzione di Leonardo per gli obiettivi Onu. Ma non per il n.16…
4,8,9,13: istruzione, lavoro dignitoso, innovazione, clima. Sono i Sustainable Development Goals Onu citati in assemblea azionisti dal CEO, Profumo. Pace e giustizia rimangono fuori dal gruppo
I toni urbani e il clima compassato in cui si svolge tradizionalmente l’assemblea degli azionisti di Leonardo, azienda leader nei settori elettronica e difesa, non devono illudere che le risposte date agli azionisti critici di Fondazione Finanza Etica, Shareholders for Change e Rete Disarmo siano state soddisfacenti e cristalline. Abbiamo fatto domande “sensibili”.
Eccoci all'assemblea degli azionisti di @Leonardo_IT. Son @simone_siliani ecco cosa chiederemo. #agmLeonardo pic.twitter.com/Hvs7Cjvkdq
— Fond. Finanza Etica (@FFinanzaEtica) May 16, 2019
Le armi in Turkmenistan
Avete venduto elicotteri al Turkmenistan, regime non propriamente democratico almeno alla stregua della Corea del Nord, anche se non autorizzati dallo Stato italiano? Avete comunicato alle autorità competenti che questi elicotteri sono utilizzati per operazioni militari?
Risposta: è tanto noto che glieli abbiamo venduti, che siamo stati regolarmente autorizzati a farlo; quindi non abbiamo avvertito nessuno. Ma allora, se autorizzati dallo Stato, perché non ne troviamo traccia nella Relazione del governo al Parlamento sulle transazioni di armi? Il mistero s’infittisce: forse qualche parlamentare potrà interrogare il governo al riguardo.
Le armi in Yemen
Seconda domanda: potete affermare che vostre armi non siano state vendute e usate nella guerra in Yemen da paesi coinvolti in questo sanguinoso e illegittimo conflitto?
Risposta: noi vendiamo armi solo a Paesi regolarmente autorizzati; come usano queste armi, non sono problemi nostri. Di nuovo, chiamato in causa il governo. Ma questo può liberare la coscienza? Un’azionista in assemblea ci ha rimproverato di parlare troppo di etica: sarà, ma preferiamo l’etica al solo lucro.
Il coinvolgimento nel programma nucleare francese
Infine, terza domanda: il rapporto Don’t Bank on the Bomb indica Leonardo come società che, attraverso MBDA-System (società partecipata al 25% da Leonardo), partecipa all’arsenale nucleare francese producendo missili aria-suolo di media portata ASMPA.
Risposta: certo, noi facciamo i missili, ma le testate nucleari sono del Ministero della Difesa francese, che c’entriamo noi? Ma, secondo logica, cosa te ne fai di una testata nucleare se non puoi metterla su un vettore di almeno media portata? Cosicché si deve concepire l’insieme come un sistema d’arma: il vettore è parte del tutto e il tutto non ha senso senza tutte le parti. Quindi, conferma che Leonardo sta dentro il programma nucleare francese.
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Ecco, noi votiamo contro un bilancio che stacca dividendo per gli azionisti al costo di tutta l’umanità. Noi non facciamo il tifo per l’azienda a prescindere, ma solo se abbandona progressivamente il militare “controverso”, e scelte con decisione il civile per il quale c’è ampio spazio nelle attività tipiche dell’azienda.
Certo non fanno ben sperare per il futuro le parole dell’amministratore delegato dell’azienda, Alessandro Profumo. Nella sua relazione ha spiegato che Leonardo ha “grande attenzione alle priorità ambientali” e punta a dare il proprio contributo per i Sustainable Development Goals delle Nazioni Unite. A quattro, in particolare: 4, 8, 9 e 13, ovvero istruzione, lavoro dignitoso, innovazione e lotta al climate change. Silenzio di tomba sull’obiettivo 16 (Pace, giustizia e istuzioni forti). Ognuno ha le sue priorità.
* L’autore è direttore della Fondazione Finanza Etica.